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Congiuntura imprese artigiane in Emilia-Romagna nel secondo trimestre 2025

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Congiuntura imprese artigiane in Emilia-Romagna nel secondo trimestre 2025
immagine di repertorio

Fra aprile e giugno 2025 le imprese artigiane attive nella manifattura in Emilia-Romagna: hanno alleviato la tendenza negativa: la  produzione è diminuita del -0,9%, il fatturato del -2,2%, gli ordini del -1,3%. Sono numericamente diminuite di 750 imprese, pari al -3%. A ridursi soprattutto le imprese della moda (-5,6%). Le imprese artigiane del settore delle costruzioni hanno registrato una diminuzione del volume d’affari del -4,6%.

È quanto risulta dalla congiuntura dell’artigianato di Camere di commercio e Unioncamere Emilia-Romagna.

L’artigianato nell’industria: produzione, fatturato e ordini

Nel secondo trimestre 2025 la pesante tendenza negativa della produzione delle imprese artigiane della manifattura regionale si è nuovamente e decisamente alleviata, con una flessione di solo lo 0,9% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno: la più contenuta dall’inverno del 2023, cioè dall’avvio della recessione in corso.

Si tratta di un andamento negativo leggermente più contenuto di quello della produzione del complesso dell’industria regionale nello stesso trimestre (-1,4%).

La quota delle imprese artigiane manifatturiere che hanno rilevato un incremento della produzione è salita dal precedente 22,4% fino al 29,2%, che è il livello più elevato rilevato negli ultimi 30 mesi.

Il fatturato complessivo è diminuito del -2,2%: si tratta della flessione tendenziale più contenuta degli ultimi due anni. Il fatturato dall’estero non ha registrato grandi variazioni, assestandosi al -0,3%.

Gli ordini sono rallentati del -1,3%, quindi di più rispetto all’andamento degli ordini per il complesso dell’industria regionale (-0,1%). Quelli dall’estero sono leggermente cresciuti (+0,5%).

Il periodo di produzione assicurato dalla consistenza del portafoglio ordini è di poco superiore ai due mesi, in aumento rispetto allo stesso trimestre del 2024.

Il grado di utilizzo degli impianti delle imprese artigiane è rimasto sostanzialmente stabile al 68%.

 

La dimensione delle imprese

Nelle imprese minori la produzione è diminuita del -0,8%, il fatturato del -2,2%, anche gli ordini sono sullo stesso ritmo -2,1%.

Nelle piccole imprese la tendenza negativa della produzione si è alleviata, -1%, il fatturato ha registrato -2,1%, gli ordini sono rimasti stabili.

 

Il numero delle imprese artigiane industriali

A fine giugno le imprese attive ammontavano a 24.126 con una notevole riduzione del 3% rispetto allo stesso mese dello scorso anno, che ha comportato una perdita di 750 imprese.

Le sole imprese artigiane hanno determinato quasi il 90% della diminuzione della base imprenditoriale dell’industria regionale. La perdita delle imprese artigiane attive nell’industria in senso stretto emiliano-romagnola è risultata analoga a quella rilevata a livello nazionale (-2,9%).

La riduzione della base imprenditoriale è stata determinata soprattutto dall’ampia e rapida caduta nel settore della moda (-222 imprese, -5,6%), oltre che dal più contenuto e meno veloce taglio delle imprese della metallurgia e delle lavorazioni metalliche (-146 unità, -2,3%) e dalle perdite subite dall’aggregato dell’“altra manifattura” (-116 unità, -3,5%). Sono poi da segnalare l’ormai non più sorprendente andamento negativo rilevato anche per l’industria alimentare e delle bevande (-84 imprese, -3%) e l’incidenza della diminuzione delle imprese dell’industria del legno e del mobile (-64 imprese, -2,8%).

 

La forma giuridica

Sono lievissimamente aumentate solo le società di capitale (+0,2%, +11 imprese), che ora rappresentano il 18,6% delle imprese artigiane attive dell’industria in senso stretto. In parallelo sono diminuite le società di persone (-326 imprese, -5,4%).

Ma sono state le ditte individuali a dare il maggiore contributo negativo, con una nuova ampia flessione (-433 unità, -3%). Sono ancora la tipologia dominante con quasi sei aziende artigiane su dieci costituite in questa forma.

 

L’artigianato nelle costruzioni

Fra aprile e giugno il volume d’affari a prezzi correnti dell’artigianato delle costruzioni ha subito una decisa flessione del -4,6%.

La quota delle imprese che hanno realizzato un aumento del volume d’affari si è più che dimezzata ed è scesa dal 29,2% fino al 12,6 per cento, il valore più basso mai registrato dall’avvio della rilevazione

 

L’artigianato nelle costruzioni: quante imprese

A fine giugno scorso la consistenza delle imprese attive artigiane, che costituiscono l’effettiva base imprenditoriale nelle costruzioni, è scesa a 48.458 unità con una diminuzione di 1.091 imprese (-2,2%) rispetto ad un anno prima.

La riduzione della base imprenditoriale è derivata dall’ampia flessione delle imprese operanti nei lavori di costruzione specializzati (-904 unità, -2,1%), e dalla diminuzione leggermente più rapida (-167 unità, -2,6%) di quelle attive nella costruzione di edifici.

 

La forma giuridica delle imprese artigiane delle costruzioni

Le società di capitali hanno continuato a crescere rapidamente (+5,5%, 278 unità), tanto da costituire quasi l’11% per cento delle imprese artigiane attive nelle costruzioni. La flessione della base imprenditoriale artigiana si è tradotta soprattutto in una decisa riduzione delle ditte individuali (-1.182 unità, -2,9%) e, in seconda battuta, in una ulteriore conferma della decisa discesa delle società di persone (-4,2%, -178 unità), che hanno continuato a risentire in negativo dall’attrattività della normativa relativa alle società a responsabilità limitata. Il piccolo gruppo delle cooperative e consorzi, che è più soggetto a oscillazioni per la sua ristrettezza, si è ridotto ancora più rapidamente delle altre classi (-5,6%, -9 imprese).