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Nuovi contratti a Reggio Emilia in calo ad agosto e in ripresa nel trimestre

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Nuovi contratti a Reggio Emilia in calo ad agosto e in ripresa nel trimestreDopo l’aumento dei nuovi contratti del mese scorso, ad agosto le imprese della provincia di Reggio Emilia evidenziano nuovamente dati negativi sulle attivazioni, destinate a fermarsi a 2.550, cioè 170 in meno rispetto all’agosto 2024 (-6,3%).

Nei due mesi successivi è però prevista una ripresa, tanto che il trimestre agosto-ottobre dovrebbe chiudere con 12.560 nuovi contratti e un lieve incremento (+0,4%) rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

I dati, elaborati dal Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, grazie al Programma nazionale Giovani, donne e lavoro, cofinanziato dall’Unione europea, per agosto evidenziano previsioni di un forte calo nell’industria che, perdendo 300 nuovi contratti, si posizionerà a quota 770 e in calo del 28,0%. Sia il manifatturiero sia le costruzioni accusano cali vistosi nella ricerca di risorse umane, rispettivamente del 28,4% e del 21,1%.

La diminuzione dei nuovi contratti è più contenuta nei servizi, che perderanno 40 unità, attestandosi a 1.610 e in calo del 2,4%. Questa previsione scaturisce dai differenti andamenti dei singoli comparti: crescono solo le attività di alloggio e ristorazione (+25,6%), mentre cala la domanda di lavoro nei servizi alle imprese (-15,1%), in quelli alla persona (-10,8%) e nel commercio (-5,6%).

Il quadro del mese di agosto 2025 può essere completato dalle previsioni di stabilità per il settore primario, che confermerà le 160 attivazioni dell’agosto 2024.

Nel corso del trimestre agosto-ottobre, come anticipato, è però prevista un’inversione di tendenza trainata dai servizi, con 7.640 nuovi contratti (+2,7% rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno).

Nei singoli comparti si prevede, infatti, che l’alloggio ristorazione proseguirà nel suo trend positivo (+20,5%), seguito più da lontano da un commercio in recupero dell’1,9%. Dal bilancio positivo per l’ampio settore dei servizi si distaccano, tuttavia, i servizi alla persona e alle imprese, che confermeranno andamenti negativi, rispettivamente del -7,7% e del -4,5%.

L’analisi delle previsioni trimestrali, conferma anche il calo del ricorso a nuovi contratti nell’industria, che si fermerà a 4.360 unità; un -14,0% sull’agosto-ottobre 2024 che tiene conto delle previsioni di calo sia per il manifatturiero (-14,1%) che per le costruzioni (-12,6%).

Anche il comparto agricolo, infine, chiuderà il trimestre in territorio negativo, con un -5,2% che conterrà i nuovi contratti a 550 unità.

Dalle analisi camerali emerge che le aziende che prevedono di attivare nuovi contratti nel mese di agosto sono pari all’11,0% del totale e che nel 18,0% dei casi le entrate previste saranno stabili, ossia con un contratto a tempo indeterminato o di apprendistato, mentre per l’82,0% saranno a termine (a tempo determinato o altri contratti con durata predefinita).

Così come sta accadendo da diverso tempo, resterà alta, anche ad agosto, la quota di nuovi contratti che è riservata ai giovani con meno di 30 anni, che si attesta al 35,9%. Questi, nell’ambito dirigenziale e delle professioni con elevata specializzazione e competenza tecnica, sono particolarmente richiesti in qualità di tecnici informatici telematici e delle telecomunicazioni (80,0% delle attivazioni in programma), di tecnici in campo ingegneristico (69,4%) e tecnici della salute (45,8%).

Nell’ambito delle professioni impiegatizie, commerciali e dei servizi, gli under 30 sono molto richiesti come addetti all’accoglienza e all’informazione della clientela (63,6%), esercenti addetti della ristorazione (51,8%) e addetti vendite (51,5%).

Da ultimo, tra gli operai specializzati e conduttori d’impianti e macchine, si prevede che il 68,1% dei nuovi contratti sarà riservato ai giovani sotto i trent’anni in qualità di fabbri ferrai costruttori di utensili, il 50,0% agli operai specializzati in installazione manutenzione attrezzature elettriche ed elettroniche, ed infine il 41,7% agli operai addetti all’assemblaggio di prodotti industriali.