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Pil reggiano: previsioni di aumento, ma torna negativo il dato sull’export

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Pil reggiano: previsioni di aumento, ma torna negativo il dato sull’exportA chiusura del primo semestre 2025 è confermato il trend di crescita, già evidenziato a fine aprile, per l’economia reggiana.

Le analisi della Camera di commercio dell’Emilia sui dati degli scenari di previsione dell’Osservatorio Prometeia, infatti, parlano di un PIL in crescita dello 0,8%. Questo valore colloca la provincia di Reggio Emilia in linea con il dato regionale e al di sopra di quello nazionale (+0,7%).

 

I maggiori impulsi verso il miglioramento delle previsioni di crescita vengono dall’industria (+1,5% quest’anno e +1,3% nel 2026) e dal comparto dei servizi (+0,7% nel 2025 e +1,2% l’anno seguente).

Anche le costruzioni contribuiranno per tutto il 2025 alla crescita del PIL della nostra provincia (+0,5%), per poi affrontare un difficile 2026, nel quale è stimata una perdita del 4,2%.

Di segno opposto ai precedenti, il comparto agricolo, che è avviato a perdere il 6,3% quest’anno e a vivere un recupero nel 2026, comunque limitato al 3,1%.

 

Sul fronte dell’export invece, l’economia reggiana quest’anno pagherà il prezzo delle crescenti tensioni commerciali internazionali (a partire dai dazi statunitensi), con un calo previsto nel 2,5%; per il 2026, invece, le previsioni indicano una crescita del 4%.

Per quel che concerne il reddito disponibile per le famiglie, le previsioni per il 2025 parlano di un +3,5%, mentre il prossimo anno l’incremento potrebbe ridursi al 2,7%.

Di segno positivo anche i valori relativi all’occupazione, con un aumento che quest’anno dovrebbe collocarsi all’1,2%, con un +0,8% nel 2026.

In base a questi andamenti, il tasso di disoccupazione è previsto al 3,6% nel 2025 e al 3,3% l’anno prossimo.

 

“Vi sono alcuni dati sicuramente incoraggianti”, sottolinea il presidente della Camera di commercio dell’Emilia, Stefano Landi, “a partire dall’irrobustimento delle prospettive di ripresa per l’industria, prevista ora in crescita dell’1,5% rispetto al modesto +0,7% indicato alla fine di aprile scorso”.

“Sono migliorate – prosegue Landi – anche le previsioni relative all’occupazione, trainata soprattutto dai servizi dalla manifattura e dal comparto dei servizi”.

“Fra i dati che suscitano preoccupazioni – sottolinea il presidente dell’Ente camerale – emergono, però, il negativo andamento previsto per le esportazioni, che prima delle decisioni sui dazi americani erano indicate in crescita del 2,7%, così come la riduzione del valore delle produzioni agricole, sebbene abbiamo ragione di ritenere che il saldo, a fine anno, potrebbe essere meno pesante”.

Secondo Landi “resta comunque da monitorare anche l’andamento dell’inflazione, perché se è vero che il reddito disponibile per le famiglie è previsto in discreto aumento, è altrettanto vero che su diverse voci che incidono particolarmente sulla spesa delle famiglie si registrano aumenti che spesso vanno ben al di sopra del dato medio”.