Aperture e cessazioni di imprese fra gennaio e marzo 2025
In Emilia-Romagna nell’inverno del 2025 le iscrizioni sono state 8.324. Sono leggermente diminuite rispetto allo scorso anno, e sono su livelli ben inferiori a quelli prevalenti fino al 2019.
Le cessazioni sono diminuite decisamente scendendo a quota 8.965, rispetto alle 9.788 registrate nello stesso trimestre del 2024, e rispetto alle oltre 10.000 dei primi tre mesi del 2020.
Il risultato è un saldo negativo (-641 imprese, -0,15%) che, però, è il più contenuto riferito al primo trimestre degli ultimi quattro anni.
A livello nazionale, l’andamento negativo è risultato meno dinamico (-0,05%) e nelle principali regioni del Nord-Italia il tasso demografico dichiarato è risultato più pesante di quello emiliano-romagnolo in Piemonte (-0,33%) ed in Veneto (-0,28%), mentre il saldo è stato sostanzialmente stabile in Lombardia (-0,04%).
L’andamento per settore economico
Agricoltura, silvicoltura e pesca
Il saldo dei primi tre mesi è negativo (-617 imprese, -1,2%), ma è il più contenuto nello stesso trimestre degli ultimi dieci anni.
La variazione è stata determinata dall’agricoltura (-611 imprese, -1,3%) e dalla pesca e acquacoltura (-45 imprese, -2%).
Industria
Il saldo dei primi tre mesi è stato negativo (-175 imprese, -0,4%) ma è il più contenuto nel primo trimestre degli ultimi dieci anni.
È cresciuto il sotto-settore della riparazione e manutenzione di macchine (+26 unità, +0,6%) ed è rimasto sostanzialmente stabile il numero delle imprese specializzate nella fabbricazione di altri mezzi di trasporto (+2 unità, +0,5%).
Al contrario sono diminuite le imprese dell’industria della moda (-38 imprese, -0,7%), l’industria alimentare (-36 imprese, -0,7%) e quelle del fondamentale settore della fabbricazione di macchinari e apparecchiature nca (-31 imprese, -0,8%). In flessione numerica anche l’industria del legno con una riduzione meno consistente, ma sensibilmente più rapida (-24 imprese, -1,2%).
Costruzioni
Saldo negativo nei primi tre mesi del 2025 per questo settore (-44 imprese, -0,1%) risultato, comunque, lontanissimo rispetto all’ampiezza di quelli prevalenti fino al 2020.
Servizi
Il numero delle imprese è rimasto sostanzialmente stabile (-96 unità, -0,04%) risultato frutto di apporti positivi da parte della quasi totalità dei settori che ne fanno parte, con l’eccezione sostanziale del commercio e del trasporto e magazzinaggio.
In negativo commercio all’ingrosso e al dettaglio e la riparazione di autoveicoli e motocicli (-533 unita, -0,6%), anche se con una consistenza inferiore a quella dello stesso trimestre del 2024.
A determinare il risultato complessivo il commercio all’ingrosso (-295 unità, -0,9%) e il commercio al dettaglio (-299 unità, -0,7%). Entrambi, però, con risultati meno ampi rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
Gli altri servizi diversi dal commercio hanno registrato una nuova crescita nel numero delle imprese (+437 unità, +0,3%), anche più consistente di quello dello scorso anno. Il contributo più rilevante è dalle attività professionali, scientifiche e tecniche (+123 unità, +0,6%).
In crescita anche le attività finanziarie e assicurative (+95 unità, +0,9%), e l’aggregato del noleggio, delle agenzie di viaggio e dei servizi di supporto alle imprese (+91 unità, +0,6%).
Prosegue l’ampiamento della base imprenditoriale delle attività immobiliari (72 unità, +0,2%) e dei servizi di informazione e comunicazione (+68 imprese, +0,7%).
Variazione solo marginalmente negativa per le imprese dei servizi di alloggio e ristorazione (-12 unità, -1%). Il risultato è il frutto della compensazione tra il calo delle imprese della ristorazione (-83 unità, -0,3%) e della crescita di quelle del comparto dell’alloggio (+71 imprese, +1,3%).
E così l’unico sostanziale contributo negativo è venuto dalle dichiarazioni delle imprese del trasporto e magazzinaggio (-61 unità, -0,5%).
L’andamento per forma giuridica
Prosegue la crescita delle società di capitale (+787 unità, +0,6%) anche se con un ritmo lievemente rallentato rispetto all’inverno del 2024.
In diminuzione le società di persone (-614 unità, -0,8%) e le ditte individuali (-706 unità, -0,3%), ma con un saldo negativo che ha quasi dimezzato la sua ampiezza rispetto al primo trimestre 2024. In calo anche le altre forme giuridiche, prevalentemente date da cooperative e consorzi (-78 unità, -0,8%).
Lo studio completo è disponibile su www.ucer.camcom.it