ROMA (ITALPRESS) – Il tema Africa deve essere centrale nella strategia comune di Italia e Spagna. Le questioni internazionali, a partire dalle politiche migratorie, l’approvvigionamento energetico, sono state al centro del seminario organizzato da Med-Or Italian Foundation e Real Instituto Elcano in collaborazione con l’ambasciata di Spagna in Italia e l’Ambasciata d’Italia in Spagna. “Il tema Africa deve essere al centro delle politiche dei nostri paesi – ha detto Marco Minniti, presidente di Med-Or Italian Foundation – l’obiettivo è quello di far diventare il piano per l’Africa un piano europeo, deve farlo l’Europa, e di fronte a questo quadro c’è bisogno dell’Italia soprattutto di fronte all’unilateralismo radicale degli Stati Uniti, situazione che non rappresenta una minaccia per l’Europa ma una sfida esistenziale”. Minniti è convinto che “di fronte a tutto ciò l’Europa ha uno spazio politico enorme e la partita iniziale deve giocarsi in Africa. So che siamo preoccupati sul fronte dei confini nordest, con quello che sta succedendo in Ucraina, tuttavia bisogna avere chiaro che c’è un filo rosso che tiene insieme il nordest con il Mediterraneo, con l’Africa e spero ci possa essere una cooperazione strategica tra Italia, Spagna e gli altri paesi mediterranei. Su questo ci giochiamo un pezzo fondamentale della sicurezza dell’Europa, l’Africa rischia la destabilizzazione, se parte un incendio da un Paese africano il rogo diventerà incontrollabile. L’Ue deve pensare all’Africa non come un progetto di carità, ma come un progetto essenziale per il suo futuro”.
Ana Palacio, già ministro degli Affari Esteri del Regno di Spagna e membro dell’International Board di Med-Or ha riconosciuto all’Italia “una capacità nella politica estera orientata ai risultati, anche nel rapporto con gli Stati Uniti, che è un attore fondamentale mentre la Spagna ha una diplomazia collaudata, ma un governo di sinistra che a volte presenta delle tensioni nelle coalizioni parlamentari. Il Mediterraneo ha elementi essenziali, una grande energia ma purtroppo, alcuni paesi, sono macchiati da instabilità, bisogna distribuire la nostra attenzione, dobbiamo essere presenti in scenari complessi come la Libia e l’Algeria. La stabilità del Nord Africa rappresenta un asset strategico per tutti e sulle migrazioni ci vuole una politica di accordo anche con i paesi di origine. La Spagna ha una politica un pò più aperta rispetto all’Italia: è importante lavorare sulla coesione sociale, sull’occupazione”.
In un quadro internazionale complesso Ana Palacio ha sottolineato che oggi “l’Unione Europea non è stata mai cosi divisa, soprattutto sulla questione di Gaza, noi abbiamo una responsabilità storica, dobbiamo avanzare verso obiettivi comuni e credo che Italia e Spagna abbiano molto da dire”. Sulle politiche migratorie, tutti d’accordo, su quanto sia fondamentale il dialogo tra i vari players coinvolti: “Il 2023 è stato un anno orribile” per gli sbarchi “il nostro sistema di accoglienza era al collasso ma si è iniziato a lavorare fin da subito per capire le ragioni perchè arrivavano tanti dal Sahel, la Tunisia a sua volta si è vista invasa” ha spiegato Claudio Galzerano, direttore centrale dell’Immigrazione e della Polizia delle Frontiere. “Al di là delle iniziative del piano Mattei – ha aggiunto – quello che ci ha contraddistinto è stata la capacità di ingaggio di sistema con la Tunisia, si ha avuto un approccio globale affinchè il dossier migratorio non rimanesse in un angolo delle politiche di ciascun paese poi la vera partita si gioca nei paesi di origine dove devono essere sviluppate politiche coerenti con il piano Mattei”.
“Italia e Spagna sono paesi che hanno interessi comuni strategici e la loro proiezione nel Mediterraneo da sempre conduce a grandi imprese, se pensiamo soltanto alla figura di Cristoforo Colombo”, ha detto Alfredo Mantovano, sottosegretario alla presidenza del Consiglio a margine del seminario. “Anche oggi – ha aggiunto – ci sono sfide di analoghe portata che guardano soprattutto al continente africano. Italia e Spagna possono essere, nella comunanza di intenti, gli Stati europei che più stimolano l’intera Unione Europea ad avere un’interlocuzione proficua e costruttiva con l’intero continente africano per provare a dare un contributo europeo alle tante crisi che lo attraversano”.
-foto xc3/Italpress-
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