Nei comuni montani di Fanano, Fiumalbo, Frassinoro, Lama Mocogno, Montecreto, Pavullo, Pievepelago, Polinago, Riolunato, Serramazzoni e Sestola, gli ultimi dati aggiornati al 2023 rilevano più di 20 mila occupati e quasi mille disoccupati in cerca di lavoro, per un totale di oltre 21 mila attuali e potenziali lavoratori, che compongono la forza lavoro locale.
È quanto fotografa l’ufficio studi Lapam Confartigianato all’interno di un’analisi complessiva sulla demografia d’impresa e sull’occupazione nel territorio montano. Come si nota dallo studio, altre 17 mila persone di 15 anni e più sono escluse dal mercato del lavoro (inattivi), tra cui rientrano studenti, pensionati, casalinghe e altri soggetti demotivati dal contesto economico che non tentano un reinserimento occupazionale. In media in montagna lavora il 53,6% della popolazione, quota leggermente più bassa rispetto alla media provinciale che si attesta al 54,8%. Risulta lievemente inferiore anche il coinvolgimento della popolazione nel mercato del lavoro: il tasso di attività, che misura il rapporto tra forza lavoro e popolazione in età lavorativa, è del 55,9% rispetto al 57,8% della provincia di Modena. Nel 2023 il tasso di disoccupazione in montagna si attesta al 4,1%, inferiore rispetto al 5,3% in provincia di Modena. Negli ultimi dieci anni è aumentato sia il numero di occupati che di forza lavoro nei comuni montani, a fronte di un calo della popolazione nello stesso periodo. Questo porta ad un innalzamento del tasso di occupazione, che dal 2013 al 2023, ultimo dato disponibile, cresce di 5,7 punti, in particolare nelle zone di Fanano e Pievepelago e con una forte accelerazione dal 2015 in poi.
L’indagine dell’ufficio studi Lapam Confartigianato ha interessato anche la demografia d’impresa. Nei comuni montani del modenese, le micro e piccole imprese rappresentano il 99,4% dell’intero tessuto imprenditoriale. Nel dettaglio, il 96,3% sono micro imprese con meno di 10 addetti e il restante 3,7% sono piccole imprese con 10-49 addetti. Rispetto ai comuni non montani si osserva un maggior peso delle micro imprese (2,9 punti in più di quelli non montani). Nelle mpi lavora il 78% degli addetti, quota superiore di 13 punti rispetto alla quota rilevata nei territori non montani. Al 31 dicembre 2024 sono 6.629 le imprese attive operanti nei comuni montani, di cui 2.209 artigiane, pari a una su tre (il 33,3%). Il costante calo delle imprese attive osservabile su tutta la provincia di Modena risulta più accentuato sui territori montani. Negli ultimi 12 mesi i comuni montani perdono 32 imprese, con un calo dello 0,5%. Rispetto al quarto trimestre 2019 si sono perse 324 imprese montane, pari a un calo -4,7%, più accentuato del -2,4% a livello provinciale. Il territorio montano ha una vocazione agricola: oltre un quarto delle imprese lavora nel settore primario (26,4%). Seguono, per numerosità di imprese, il settore delle costruzioni, il commercio, i servizi alle imprese e la manifattura.
«I dati confermano una realtà in movimento, con segnali positivi sul fronte dell’occupazione ma anche elementi di forte preoccupazione per la tenuta del tessuto imprenditoriale montano – commentano da Lapam Confartigianato –. È il momento di investire con decisione in questi territori con un piano di rilancio che includa fondamentalmente tre assi: incentivare l’imprenditorialità giovanile e femminile, valorizzare le specificità locali e potenziare i servizi che rendono attrattivo vivere e lavorare in montagna. Senza interventi mirati, rischiamo di disperdere un patrimonio di competenze, identità e coesione sociale fondamentale per il futuro dell’intera provincia».
L’articolo Appennino Modenese, Lapam Confartigianato: “Continuare a investire per la crescita del territorio” proviene da Sassuolo 2000.