
ROMA (ITALPRESS) – “97,16% di presenze (il restante 2,84% dovuto comunque a impegni istituzionali anche all’estero); 70 interrogazioni parlamentari (52 presentate da me, 18 in co-firma): il massimo consentito in un solo anno; 12 interventi in seduta plenaria a Strasburgo; 26 interventi in Commissione”. Sono i “numeri” del primo anno al Parlamento europeo di Giuseppe Antoci. “Numeri che, mi dicono, rappresentano un vero e proprio record”, afferma l’eurodeputato del M5S e Presidente della Commissione Politica DMED del Parlamento Europeo. Che ricorda: “Era il 16 luglio 2024 quando, a Strasburgo, prendeva ufficialmente il via la decima legislatura del Parlamento Europeo. Ricordo bene quella mattina: la Rai titolava così – “Porta il tricolore la prima interrogazione parlamentare della legislatura, e porta il nome dell’italiano Giuseppe Antoci”.
E’ cominciata così la mia legislatura: portando un pezzo del nostro Paese dentro quell’aula, con responsabilità, con passione, con dedizione. Da quel momento, il mio impegno non si è mai fermato. Non ha mai rallentato. Mai – sottolinea -. Ho dato tutto me stesso per portare avanti, con le mie gambe, le battaglie e gli ideali del Movimento 5 Stelle. Ho cercato di seguire le indicazioni del Presidente Giuseppe Conte, che non ha mai fatto mancare la sua vicinanza e i suoi preziosi consigli. E al tempo stesso non ho mai voluto abbandonare i ragazzi, le scuole, le università: ho continuato a incontrarli, ad ascoltarli, a raccontare”.
Antoci, ex presidente del Parco dei Nebrodi, ammette anche che “ci sono stati momenti davvero duri, lo confesso. Settimane in cui ho preso 13 voli in 7 giorni. Eppure, non ho mai perso un giorno di lavoro in Parlamento. Andavo. Tornavo. Sempre. Con senso del dovere e, lo ammetto, anche con un pizzico di ostinazione”.
“Ma il vero record, il più importante per me, è un altro: non aver mai perso il vostro affetto, la vostra vicinanza, i vostri consigli. Siete stati una fonte continua di ispirazione, e ho cercato di trasformare tutto questo in consapevolezza – evidenzia -. La consapevolezza che un rappresentante delle istituzioni, quando si innamora solo delle proprie idee e smette di ascoltare i territori, le persone, chi vive le difficoltà reali…beh, forse in quel momento dovrebbe capire che è arrivato il tempo di fare un passo indietro. E lasciare spazio ad altri. E’ un’utopia? No. E’, secondo me, il modo migliore per rappresentare davvero i cittadini”.
– foto ufficio stampa Antoci –
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