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Lapam: a Reggio l’export non ha ancora recuperato, male in particolare le micro e piccole imprese. In regione fatturato in netto recupero nel 2021. Bene l’e commerce


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Export ancora in calo rispetto al pre Covid, incremento del fatturato rispetto al 2020, come naturale, e boom dell’e commerce. L’Ufficio Studi Lapam Confartigianato ha elaborato una ricerca molto approfondita su diversi indicatori. Il presidente Generale Gilberto Luppi commenta: “Al primo trimestre 2021 l’export reggiano non ha ancora raggiunto la quota dello stesso periodo del 2019 (sia in assoluto che per i settori a più alta concentrazione di micro e piccole imprese) e a luglio anche la mobilità delle persone non ha ancora raggiunto i livelli pre Covid”. Ci sono settori che soffrono più di altri”. Lapam ha anche censito fatturato, credito e commercio elettronico.

Export Manifattura – Al primo trimestre 2021, rileva l’Ufficio Studi Lapam, l’export reggiano di prodotti manifatturieri non ha ancora pienamente recuperato rispetto alla fase pre pandemica: il segno meno è dell’1,4% mentre la media regionale è in ripresa del +2,7% rispetto allo stesso periodo pre pandemia (I trimestre 2019), e il dato nazionale fa segnare un +0,7%. Restando in regione tra i prodotti emiliano-romagnoli maggiormente esportati oltre confine rimangono al di sotto dei livelli pre Covid-19 solamente 4 settori: articoli di abbigliamento (anche in pelle e in pelliccia) con un pesante -11,1%, articoli in pelle (escluso abbigliamento) e simili al -9%, prodotti della metallurgia (-4,8%) e macchinari e apparecchiature n.c.a. (-3,6%).

Export MPI – Focalizzandoci sui prodotti reggiani e dell’Emilia-Romagna realizzati nei settori a maggior concentrazione di micro e piccole imprese, si tratta di moda, legno-arredo, metalli, alimentari e altra manifattura, il valore delle esportazioni a livello provinciale resta fortemente negativo rispetto al primo trimestre 2019 con un -13,9%, mentre a livello regionale c’è una crescita per quanto contenuta (+0,3%) a fronte di un -2,8% a livello nazionale. Restando al dato regionale tale risultato è la conseguenza della contrazione di vendite estere della moda (-10,4%), compensata però dai trend in crescita per la domanda di legno-arredo (+19,2%), prodotti alimentari (+11,5%), metalli (+2,4%) e altra manifattura (+0,2%).

Mobilità delle persone – L’indice di mobilità di Google, che misura gli spostamenti delle persone in negozi e luoghi di ricreazione, può essere considerato una stima della domanda interna. L’analisi Lapam di questo indice per l’Emilia-Romagna evidenzia che in media, nel mese di luglio 2021, gli spostamenti in attività commerciali risultano ancora lievemente inferiori rispetto al periodo pre pandemico, che va da inizio gennaio a inizio febbraio 2020, con un calo dello 0,4%, contrazione comunque inferiore a quella nazionale (-1,9%). Reggio Emilia fa decisamente peggio della regione con un -10% mentre le province costiere hanno avuto recuperi completi, spinte dal turismo.

Fatturato e credito – La riduzione della domanda, estera ed interna, durante il periodo della pandemia ha comportato per il tessuto produttivo una consistente riduzione dei ricavi. I dati della fatturazione elettronica ci permettono di cogliere il trend dell’imponibile IVA del 2020 rispetto al 2019, pari in Emilia-Romagna al -11,8%. Tuttavia nei primi quattro mesi del 2021 si osserva un incremento diffuso del fatturato rispetto allo stesso periodo del 2020, un aumento che in Emilia-Romagna si attesta al +21,1%. Conseguentemente alla riduzione dei ricavi è cresciuto il fabbisogno di liquidità da parte delle imprese, a cui il Governo ha risposto introducendo misure di sostegno, quali moratorie e garanzie pubbliche. Queste sono oggi le principali promotrici della crescita dei finanziamenti concessi alle imprese, in particolare a quelle più piccole: a marzo 2021 in Emilia-Romagna il credito alle piccole imprese sale del +6,9%, dinamica superiore a quella delle imprese complessive (+5,2%), migliore di quella del trimestre precedente (+5,7%) e di quella rilevata nello stesso periodo dell’anno precedente (marzo 2020) (-2,1%).

E-commerce – Per finire Lapam ha messo la lente anche sul commercio elettronico: l’accelerazione causata dalla pandemia ha fatto sì che siano raddoppiate le imprese dell’Emilia-Romagna che vendono in rete. Chi vende online tramite il proprio sito web passa dall’8,4% rilevato prima della pandemia all’attuale 15,7%, con un aumento di +7,3 punti percentuali, mentre le imprese che vendono in rete mediante comunicazioni dirette come e-mail, moduli online e social network salgono dal 14,9% pre emergenza, all’attuale 27,3% (+12,4 punti). La straordinaria intensificazione delle vendite tramite web traina l’incidenza di imprese che gestiscono vendite online con consegne in proprio, quota che passa dal 6,2% pre-emergenza ad un 15,7% (+9,6 punti). Da una recente rilevazione Lapam sul territorio si osserva inoltre come anche le MPI e imprese artigiane sono presenti sui canali di e-commerce: sono infatti il 12% le imprese che ad oggi fanno uso dello strumento, rispetto al 9,5% che lo utilizzava già prima dell’emergenza Covid.

“Di certo questa ricerca del nostro Ufficio Studi rileva una ripresa che si vede per ora soltanto dal fatturato – conclude il presidente Lapam -. I dati non possono farci stare tranquilli, finora si tratta sostanzialmente di un rimbalzo. Occorre lavorare in modo sinergico per far sì che il recupero si consolidi e che la ripresa sia duratura”.