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La produzione mondiale di piastrelle sfiora i 12 miliardi di mq. L’analisi racchiusa nella seconda edizione della pubblicazione Acimac


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rullo-ceramicaÈ disponibile la seconda edizione dello studio “Produzione e consumo mondiale di piastrelle ceramiche”, che analizza l’evoluzione decennale – dal 2004 fino al 2013 – dell’industria e del mercato ceramico di 75 Paesi.

L’indagine consta di 250 pagine ed è stata realizzata dal Centro Studi Acimac. Riporta tabelle e grafici relativi ai volumi Paese per Paese di produzione, consumo, importazione ed esportazione di piastrelle ceramiche, e le rispettive quote di mercato. All’analisi per singolo Paese si aggiungono gli aggregati per macroaree geografiche. Disponibile sia in italiano che in inglese, lo studio rappresenta un ottimo strumento per supportare la definizione delle strategie commerciali sia per le imprese costruttrici di impianti che per le aziende produttrici di piastrelle.

Qualche anticipazione: la produzione mondiale di piastrelle, nel 2013, ha raggiunto quota 11.913 milioni mq (+6,4% sul 2012). Anche il consumo mondiale, pari a 11.574 milioni mq, ha mantenuto una buona dinamica espansiva, con un incremento del 5,9% sul 2012.

La Cina rimane il maggiore produttore, consumatore ed esportatore mondiale di piastrelle ceramiche. La produzione cinese, nel 2013, si assesta intorno ai 5.700 milioni mq (+9.6% sul 2012), rappresentando il 47,8% della produzione globale. La top 3 dei maggiori produttori è completata dal Brasile con 871 milioni mq e dall’India con 750 milioni mq. A seguire, Iran (500 milioni mq) e Spagna (420 milioni mq), mentre l’Italia è settima a quota 363 milioni mq (-1,1% sul 2012).

Sul fronte esportazioni, a quota 318 milioni mq e con un incremento del 7,4%, la Spagna consolida la seconda posizione dopo la Cina, che svetta a 1,148 milioni mq. Al terzo posto l’Italia, con 303 milioni mq, che mantiene due importanti primati: la quota export (83,5%) e il prezzo medio (12,8 €/mq, vero segno della leadership italiana nel mondo). I tre maggiori esportatori – Cina, Spagna e Italia – nel 2013 hanno rappresentato il 66,1% dell’export mondiale.