Home Nazionale Pd, il Congresso sarà l’8 dicembre Renzi: ”Voglio partito ambizioso”

Pd, il Congresso sarà l’8 dicembre Renzi: ”Voglio partito ambizioso”


Ora in onda:
________________


(Adnkronos) – L’Assemblea del Pd ha approvato il documento della Commissione congresso nel quale sono indicati percorso e data delle primarie, che si terranno, dunque, l’8 dicembre. Il documento è stato approvato con 387 sì. I voti contrari sono stati 74 e 24 gli astenuti. La direzione del 27 settembre darà l’ok finale e quindi potrà partire il Congresso del Pd.Dopo il via libera al documento l’assemblea del Pd è stata sospesa. Sembrava che la lunga trattativa si fosse conclusa con l’accordo raggiunto stanotte nelle commissione congresso. E invece, c’è bisogno di una “ulteriore mediazione”, ha spiegato la vicepresidente dell’assemblea, Marina Sereni. Quindi una nuova  riunione della Commissione congresso. Il punto è la modifica dell’articolo 3 dello Statuto del Pd.  Modifica che non renderebbe più il segretario del Pd automaticamente candidato premier del partito, come era nello Statuto veltroniano. Modifica che non convince i veltroniani, appunto, e vede contrari bindiani e Pippo Civati. Il timore è quello che, viste le perplessità, al momento del voto non si raggiunga il quorum necessario per far approvare la modifica dello Statuto. Di qui l’ulteriore mediazione. “Nessun problema politico. C’è un problema di numeri”, ha spiegato il segretario Guglielmo Epifani.Nell’intesa trovata nella notte si è stabilito che l’11 ottobre dovranno essere presentate le candidature alla segreteria mentre la questione delle liste (o della lista) a supporto alle candidature verrà definita nel regolamento per le primarie che dovrà essere scritto in seguito. Per votare alle primarie nazionali per il segretario del Pd si pagheranno due euro. E’ prevista la registrazione al momento del voto. I segretari regionali saranno eletti dopo le primarie nazionali ma “entro il 31 marzo”, quelli dei circoli prima.Intervenendo all’assemblea del Pd, Matteo Renzi ha dichiarato: “Io voglio un Pd ambizioso. Io non ho l’ambizione del governo Letta-Alfano, io voglio che governiamo da soli”.”Berlusconi ha detto su di me parole che, magari molti di voi condividono – ha continuato -. Dice che sono un ‘ambizioso battutista’. Per una volta Berlusconi incrocia l’opinione di parte dei dirigente del Pd…”.”Sono 20 anni che consentiamo a loro di fare l’agenda, che parliamo solo dei problemi di uno”, ha affermato, sollecitando un maggior protagonismo dei democratici. “L’eliminazione dell’Imu è una concessione ai nostri alleati pro tempore. L’Imu è il modello di un giochino che noi non stiamo affrontando – ha spiegato il sindaco di Firenze -. Dobbiamo essere in grando di dettare l’agenda, dire che non siamo solo quelli della tasse ma quelli che sanno fare innovazione. Ma se stiamo a rincorrere la nostalgia e dire come si stava meglio quando si stava peggio perdiamo l’occasione”. Commentando le parole di venerdì di Letta a proposito della nota di aggiornamento al Def, Renzi ha detto: “A Enrico va il nostro appoggio totale, ma sostenere che il compito del governo è quello di farsi carico del problema dell’instabilita politica è ingiusto. Se si è sforato il rapporto deficit/Pil o si ha il coraggio di dire che quei parametri vanno messi in discussione o che rimetteremo a posto le cose con l’Imu o con un’altra cosa e rientreremo nel 3 per cento. Non è giusto dare la colpa all’instabilità”.Poi, rivolgendosi a Cuperlo, il sindaco di Firenze ha detto: “Gianni qui non è in crisi solo il modello destra. La crisi che stiamo vivendo interpella tutti noi. In questi 20 anni abbiamo governato anche noi. C’eravamo anche noi e non siamo stati capaci di una proposta di cambiamento”. Renzi ha poi assicurato: “Se verrò sconfitto sarò in prima fila per Cuperlo o per chi vincerà”. Per Renzi, il Pd deve lottare per “un Paese più coraggioso, semplice e libero” e, soprattutto, “deve collegare le parole ai fatti. In una fase nuova ci devono essere coraggio, coerenza e onestà poltica”.Nel suo intervento Cuperlo ha dichiarato: “In questa sala non c’è chi vuole perdere e chi vuole vincere. Sgombriamo il campo da questa caricatura: qui dentro vogliamo vincere tutti. Ma, per quanto mi riguarda, torneremo a vincere solo se usiamo le nostre parole. Allora nessun traguardo ci è precluso”. E’ arrivato il momento di “immaginare la società dopo la lunga stagione della destra – ha continuato -. Siamo ormai alla fine della loro concezione della persona e della democrazia. E’ giunto il tempo di indicare un’alternativa nostra”. “Io so benissimo quanto è stretto il sentiero di questi mesi, so quanto è difficile il lavoro di Enrico Letta. Il nostro congresso non può essere un congresso sul governo che, però, va incalzato dal nostro partito – sostiene – La destra in questi mesi la sua agenda l’ha messa in campo, ora è la nostra agenda che va messa in campo”.Rosy Bindi , dal palco dell’assemblea, ha chiesto che alla modifica dell’articolo 3 dello Statuto, quella che ‘splitta’ il ruolo di segretario da quello di candidato premier, sia dedicato un voto separato. “Le regole non si cambiano mentre il gioco è già iniziato”, ha sottolineato. “Che il segretario del partito sia il candidato naturale alla presidenza del Consiglio non è un dettaglio. Perché cambiare l’articolo che è il manifesto del nostro partito? Non ho un candidato mi interessa il cosa non il chi”, ha detto. Per Pier Luigi Bersani  ”l’accordo va bene”. ”L’unica cosa su cui resto scettico sono i tempi – ha spiegato -. E soprattutto sono preoccupato perché rischiamo di mettere sotto stress tutto il partito per organizzare il Congresso…”. Stefano Fassina, nel suo intervento ha replicato, senza mai nominarlo, a Renzi: “La fatica etica e politica del compromesso non può essere lasciata solo sulle spalle di chi sta al governo, deve essere condivisa”. “Non è che uno fa campagna congressuale contro chi sta al governo – ha sottolineato -. Nessuno di noi tiene alla seggiola, siamo al governo non per un capriccio personale ma perché ci ha mandato il Pd e nell’interesse del Paese”, ha detto il vice ministro dell’Economia.