Home Bologna Cresce l’export in Emilia Romagna, bene le piastrelle e le macchine per...

Cresce l’export in Emilia Romagna, bene le piastrelle e le macchine per l’imballaggio


Ora in onda:
________________


distretto_ceramicoContinua a crescere l’export dei distretti tradizionali dell’Emilia Romagna con un incremento tendenziale del 3%. Si conferma elevata la dispersione delle performance tra settori e tra distretti all’interno dello stesso settore, con 12 distretti su 20 che continuano a registrare un segno positivo. Spiccano su tutti i brillanti risultati dei due principali distretti della regione: le piastrelle di Sassuolo e le macchine per l’imballaggio di Bologna. Sono questi i principali risultati che emergono dal Monitor dei distretti industriali dell’Emilia Romagna curato dal Servizio Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo per Carisbo, Cariromagna e Banca Monte Parma.

Il distretto delle piastrelle di Sassuolo, primo della regione per valori esportati (2,4 miliardi di euro nel 2012), ha chiuso il secondo trimestre con una crescita del +7,1%, grazie alle brillanti performance registrate negli Stati Uniti e in Francia, principali partner commerciali. Prosegue la crescita anche dell’export del distretto delle macchine per l’imballaggio di Bologna (+3,6%), sintesi di due trend opposti: il calo delle vendite sui mercati maturi, dove pesa il rallentamento in Germania su tutti, e l’incremento degli scambi sui nuovi mercati dove spiccano le brillanti performance osservate in Cina e Hong Kong.

Hanno chiuso in positivo il secondo trimestre anche altri 10 distretti della regione. Bene le realtà del settore alimentare, trainate principalmente dai mercati europei: i salumi del modenese (+11,5%), il lattiero-caseario parmense (+32,2%), l’alimentare di Parma (+8,3%), i salumi di Reggio Emilia (+14,1%) e quelli di Parma (+5,4) . In crescita anche la maggior parte dei distretti del sistema moda: la maglieria e abbigliamento di Carpi (+9,6%), le calzature di San Mauro Pascoli (+20,8%) e le calzature di Fusignano Bagnacavallo (+70,9%). Risultati positivi si osservano anche nel distretto delle macchine agricole di Modena e Reggio Emilia (+2%) e in quello delle macchine per il legno di Rimini (+4,9%). Chiudono invece in territorio negativo 8 distretti: il lattiero-caseario di Reggio Emilia (-2%), l’ortofrutta romagnola (-9,5%), i mobili imbottiti di Forlì (-4,9%), l’abbigliamento di Rimini (-12,9%), le macchine utensili di Piacenza (-21,9%), la food machinery di Parma (-7,6%), i ciclomotori di Bologna (-13%) e le macchine per l’industria ceramica (-0,1%).

“A trainare le esportazioni dei distretti regionali sono in particolare i nuovi mercati (+7,1%), sostenuti soprattutto dalle brillanti performance in Cina e a Hong Kong. – commenta Adriano Maestri, direttore regionale di Intesa Sanpaolo – Le esportazioni sono cresciute anche sui mercati tradizionali (+0,8%) trainate dalle vendite in Francia e Canada. Da segnalare il ridimensionamento delle esportazioni su alcuni mercati sia maturi (Germania, Paesi Bassi) che nuovi (Brasile, Emirati Arabi Uniti), determinato in particolare dal rallentamento del distretto delle macchine per l’imballaggio, dopo il boom degli scorsi anni”.

In un quadro nel complesso positivo non mancano ritardi significativi per alcuni distretti: le situazioni più critiche (su livelli di export ancora ben lontani dai valori pre-crisi) si osservano per le macchine agricole di Modena e Reggio Emilia, le piastrelle di Sassuolo (che scontano la difficile ripresa del mercato immobiliare dei principali partner commerciali) e la maglieria e abbigliamento di Carpi.

Chiudono in crescita anche le esportazioni dei due poli tecnologici (+15,6%) grazie al rimbalzo del polo biomedicale di Mirandola che ha evidenziato un incremento degli scambi del 31,3%. Bene anche l’ICT di Bologna e Modena (+8,5%), grazie al traino delle vendite negli Stati Uniti, secondo partner commerciale del polo.

Resta critico anche lo scenario del mercato del lavoro, come si evince dal dato sul ricorso agli ammortizzatori sociali, su livelli storicamente elevati, a conferma delle difficoltà che molte imprese stanno affrontando soprattutto sul mercato interno. Nei primi 8 mesi del 2013 il monte ore autorizzate di CIG ha registrato un incremento dello 0,9%, ascrivibile in particolare alla componente ordinaria.