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Inflazione a Modena, Federconsumatori: “preoccupa l’ulteriore incremento dei prodotti freschi e del carrello della spesa”

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Inflazione a Modena, Federconsumatori: “preoccupa l’ulteriore incremento  dei prodotti freschi e del carrello della spesa”“I dati di inflazione riferiti a Modena potrebbero essere catalogati come non problematici, grazie alla conferma del dato generale del mese precedente (+1,7%).

Non è così, perché dovrebbe preoccupare tutti quanto rilevato sul fronte dei prodotti alimentari non lavorati (Frutta, verdura, carne, pesce), che registrano una variazione tendenziale del 5,1% sullo stesso mese del 2024. In particolare sul mese precedente la frutta fresca cresce dell’8,8%. Numeri che corrispondono alla percezione di tutti coloro che fanno la spesa, forse addirittura sottostimati nel dato del carrello della spesa, che nel suo complesso registra un +3,2% che pare francamente ottimistico.

Una brutta notizia per Modena ed i modenesi, ai quali non basta il calo dei prodotti energetici, a riequilibrare i numeri complessivi dell’inflazione del mese di luglio. Già in altre occasioni qualcuno aveva profetizzato la temporaneità della crescita del dato inflattivo, per poi trovarsi con l’8,3% nel 2022 ed il 5,7% nel 2023. Una condizione che ha pesato moltissimo sul reddito reale di lavoratori e pensionati. Ricordiamo che le indagini di Federconsumatori e del Caaf CGIL di Modena, consegnano un calo del potere d’acquisto del 12,5%, tra il 2016 ed il 2023, che si accentuerà ancora quando saranno disponibili i dati del 2024. Si allarga sempre di più la forbice tra redditi in Italia, mentre è impietoso il raffronto con l’Europa. Secondo l’organizzazione mondiale del lavoro (OIL), dal 2008 a oggi il valore reale dei salari italiani è calato dell’8,7%, mentre in Francia è cresciuto del 5% ed in Germania del 15%.

Per questo non possiamo derubricare a fatto minore il dato di luglio dell’inflazione a Modena, e continuiamo a chiedere di alzare l’attenzione generale attorno alla vita materiale delle modenesi e dei modenesi.

Dobbiamo parlare del carrello della spesa, sempre meno pieno di cocomeri e di pesche, di carote e di zucchine; e di spacci contadini, o presunti tali, che fanno prezzi non diversi da quelli dei supermercati. E dei prezzi folli che hanno raggiunto il pesce e la carne.

Se qualcuno li considera fatti minori, cosa si può dire? Ad esempio, che non ha capito niente”.

Così Federconsumatori Modena APS