MILANO (ITALPRESS) – L’Osservatorio Look to the Future di Athora Italia ha concluso la terza wave di ricerca dell’anno sul rapporto tra gli italiani e il risparmio e la previdenza. I dati – elaborati da Nomisma – evidenziano una marcata discrepanza tra la preoccupazione per il futuro e l’effettiva pianificazione finanziaria e previdenziale, con una significativa perdita di fiducia nella possibilità di accantonare risorse in vista di un ritiro dall’attività lavorativa.
Infatti, nonostante il 62% degli italiani ritenga che la pensione pubblica sarà insufficiente a garantire il proprio stile di vita, solo il 38% ha valutato la sottoscrizione di una pensione complementare o intende farlo. Un paradosso che conferma come l’incertezza sul futuro non si traduca in azioni concrete di protezione e pianificazione.
Alla base, c’è una insufficiente o scarsa capacità di risparmio, evidenziata dal 43% degli italiani, con un quadro in deterioramento: infatti, il 44% degli italiani dichiara di aver visto peggiorare la propria capacità di risparmio rispetto a due o tre anni fa e, in prospettiva futura, almeno un italiano su quattro (23%) teme un ulteriore degrado della propria situazione finanziaria familiare.
Tutto questo si traduce, spesso, nella scelta di costruire il patrimonio familiare principalmente su conti correnti e depositi (95%) e immobili (73%). Solo una minoranza ricorre a strumenti più adeguati per il lungo periodo: il 27% dichiara di possedere polizze pensionistiche, mentre solo il 17% afferma di essersi orientato su polizze vita a contenuto finanziario.
Eppure, le preoccupazioni legate al momento del pensionamento sono concrete: quasi un italiano su due (49%) teme di non poter sostenere spese impreviste, mentre il 39% è preoccupato di non riuscire a mantenere l’attuale tenore di vita.
La sfiducia nel sistema pubblico spinge il 37% degli italiani a valutare la possibilità di posticipare il momento del ritiro dal lavoro, principalmente per continuare a percepire uno stipendio (48%) o per avere una pensione più alta (46%).
Tra gli italiani che hanno già sottoscritto una pensione complementare, il 36% ha scelto un piano individuale pensionistico, strumento questo preferito soprattutto dalle donne (45%) rispetto agli uomini (30%). Tra chi ha solo valutato la sottoscrizione, il 37% non ha ancora un’idea chiara sulla forma da scegliere, evidenziando una fase ancora embrionale nel processo decisionale.
I consulenti di una compagnia assicurativa (37%) o di una banca (32%) restano gli interlocutori più apprezzati da coloro che si informano sulla pensione complementare.
La ricerca in generale sottolinea l’importanza del ricorso a figure specializzate: oltre la metà degli italiani (55%) si affida a un consulente o esperto finanziario per le proprie scelte di investimento, un dato questo che sottolinea il ruolo imprescindibile della consulenza nella gestione del risparmio e nella pianificazione previdenziale. Le caratteristiche più apprezzate sono la trasparenza (57%), la competenza tecnica (46%) e la capacità di ascolto (36%).
“I risultati della terza wave dell’Osservatorio confermano un quadro complesso, in cui la paura per il futuro non si traduce ancora in scelte corrette di pianificazione finanziaria per il proprio domani – ha detto Jozef Bala, Amministratore Delegato di Athora Italia -. La perdita di fiducia nella capacità di risparmio e la scelta di accantonare prevalentemente in liquidità o immobili rendono le famiglie più vulnerabili. Il fatto che oltre la metà degli italiani apprezzi un supporto consulenziale dedicato per indirizzare le proprie scelte di investimento sottolinea l’importanza di guidare persone e famiglie verso decisioni concrete sui temi del risparmio e della previdenza, per costruire un futuro più protetto e consapevole”.
– foto ufficio stampa Athora Italia –
(ITALPRESS).























