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Ucima: la prima Indagine Nazionale sul settore dei costruttori di macchine packaging svela un fatturato totale di 5,5 miliardi di euro


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L’Indagine rivede i principali indicatori di settore: fatturato totale: 5,5 miliardi di euro; export: 4,6 miliardi di euro; propensione esportativa: 83%; vendite Italia: 941mila euro. Realizzata dal Centro Studi dell’Associazione dei costruttori italiani di macchine per il confezionamento e l’imballaggio, aggrega per la prima volta i dati forniti dalle aziende del settore e non si basa sui soli codici ISTAT.

La nuova rilevazione permette un’analisi molto più dettagliata del comparto, presentando – aldilà della ripartizione delle esportazioni e della provenienza delle importazioni – la segmentazione delle aziende per classe di fatturato, propensione all’export, ripartizione geografica degli occupati e del fatturato, settori clienti e famiglie di macchine, lettura innovative ed approfondite delle esportazioni.

Sono dati inediti ed esclusivi quelli che emergono dalla prima Indagine Statistica Nazionale sul settore dei costruttori italiani di macchine automatiche per il confezionamento e l’imballaggio.

Il Centro Studi di Ucima (Unione Costruttori Italiani Macchine Automatiche per il confezionamento e l’imballaggio) ha infatti realizzato il primo studio organico e completo sull’andamento del settore, presentando – aldilà della ripartizione delle esportazioni e della provenienza delle importazioni di origine ISTAT: la segmentazione delle aziende per classe di fatturato e la relativa propensione all’export; la ripartizione geografica degli occupati e del fatturato di settore; la suddivisione del fatturato per singoli settori clienti e per famiglie di macchine. Anche delle esportazioni vengono presentate letture innovative ed approfondite.

“I dati che emergono dalla prima vera indagine sul nostro settore – dichiara il Presidente di Ucima, Giuseppe Lesce – sono un utilissimo strumento di lavoro per quanti operano nel nostro settore e lo diventeranno sempre di più nei prossimi anni grazie alle serie storiche che negli anni si andranno a creare”.

“Finalmente le aziende italiane potranno compiutamente raffrontare il proprio andamento rispetto alla media del settore, fare analisi su trend legati ad export, settori clienti, tipologie di macchine vendute” – prosegue Lesce.

“L’Indagine – conclude il Presidente – offre inoltre una precisa fotografia di un settore complesso, fortemente diversificato nella produzione e nella presenza sui mercati internazionali quale è quello dei costruttori di macchine per il packaging”.

L’Indagine descrive nei suoi sette capitoli un settore costituito da 635 aziende, che generano un fatturato complessivo di 5.499 milioni di Euro, ed occupano 26.348 addetti.

Il giro d’affari è realizzato per l’82,9% sui mercati internazionali (4.557 miliardi di Euro), e per il 17,1% proviene dalle vendite sul mercato nazionale (941 milioni di Euro).

L’analisi del comparto per classe di fatturato evidenzia una netta preponderanza di aziende di piccole dimensioni. Quelle con fatturati fino a 5 milioni di Euro costituiscono il 70,9% del totale, ma contribuiscono soltanto per l’8,8% al totale del fatturato di settore.

Sono invece solamente il 5,4% le aziende con fatturati superiori a 25 milioni di Euro, ma totalizzano la quota più significativa (63,5%) del volume d’affari complessivo.

La maggior parte delle aziende è localizzata in Emilia Romagna, seguita da Lombardia, Veneto e Piemonte. L’Emilia Romagna si conferma al primo posto anche per quel che riguarda la quota sul fatturato di settore e sugli addetti totali.

Andando ad analizzare la propensione all’export delle aziende, si evidenziano notevoli differenze di comportamento. Le aziende più piccole (fino a 2,5 milioni di Euro) realizzano quasi la metà del proprio giro d’affari (48,9%) sul mercato italiano. La percentuale di vendite sul mercato domestico va via via diminuendo con l’aumentare della dimensione aziendale, arrivando per le imprese più grandi (oltre 50 milioni di Euro) a rappresentare solamente il 7,9% del fatturato.

Estremamente diversificate anche le propensioni esportative di ciascuna classe dimensionale d’impresa per singola area geografica. Se per tutte l’Unione Europea rimane l’area principale di esportazione, l’incidenza della stessa sul totale diminuisce in modo progressivo, passando dal 44,8% della prima classe (fino a 2,5 milioni di Euro) al 29,9% della sesta (oltre 50 milioni). Discorso opposto invece per le aree geografiche più lontane dall’Italia (Asia e Sud America su tutte): sono le aziende più grandi e strutturate che vi realizzano i risultati percentuali più importanti.

Considerando la ripartizione del fatturato totale in base al settore di appartenenza delle aziende clienti, si può notare come le vendite alle aziende produttrici di beverage occupano le maggiori quote di fatturato (35%), seguite da quelle alle aziende del food (28,8%) e farmaceutiche (17,1%). Interessante notare come in Italia sia invece il food il settore predominante (37,6%), seguito anche in questo caso da beverage e farmaceutico. I settori cosmetico, chimico e gli altri settori (tra cui tabacco e tissue) occupano quote inferiori di mercato.

Le macchine più vendute risultano essere le confezionatrici (che rientrano nella categoria “Formatrici, riempitrici, sigillatrici di imballaggi flessibili e rigidi) con il 41,3% delle quote totali, seguite dalle “Riempitrici e dosatrici, chiuditrici e macchine di controllo”, (24,3%) della cui categoria fanno parte anche le tappatrici. Equamente distribuito il restante fatturato fra le altre tipologie di macchine, guidate da quelle per il confezionamento secondario e il fine linea.